IL RUOLO INDISPENSABILE DI MARIA SANTISSIMA
Avremmo forse esagerato concludendo il precedente capitolo dando a Maria il titolo di “corredentrice”? La risposta verrà chiarificata inoltrandosi in questo capitolo mariano, culmine del messaggio profetico della Santa.
Ecco, dunque, un altro punto molto discusso oggi: Il posto e il ruolo che Maria Santissima occupa nella Chiesa e nella Storia di Salvezza. È esagerato come lo pretende qualcuno? O invece è ancora da scoprire, sviluppare e rispettare, come ribadiscono altri?
Ci sembra che non bisogna essere molto dotti e intelligenti, ma bensì piccoli e semplici, per vedere come questi nostri tempi portano un chiaro sigillo mariano mai visto prima nella storia. Dalla catena delle sue apparizioni, – “Rue du Bac” con la medaglia miracolosa, Lourdes, La Salette, Fatima e altre apparizioni approvate dalla Chiesa, o ancora sotto studi e discernimento -, come anche da diversi movimenti mariani e realtà ecclesiale suscitate dallo Spirito Santo e dalla Madonna stessa, si profila chiaramente quello che è diventato un’espressione comune: «I tempi mariani», espressione che sentiamo o leggiamo spesso, anche nei discorsi di grandi Prelati della Santa Chiesa.
I tempi mariani sembrano essere i tempi in cui Lo Spirito Santo sta conducendo la Chiesa – e di conseguenza il mondo – a capire la «verità» (Gv 14, 17a) tutta intera su Maria, sul Suo ruolo decisivo:
la «Donna» che schiaccerà la testa dell ‘antico serpente, «metterò inimicizia tra te e la donna … » (Gn 3, 15);
la «Donna» vestita di sole che combatte il drago (AP 12);
la «Donna» alla quale – solo dopo averle affidato nel Discepolo amato tutta l’umanità come figli che Ella genera, con il Salvatore, ai piedi della Croce – Gesù disse: «Tutto è compiuto» (Gv 19, 30a);
la «Donna» delle Nozze di Cana, che intercede per l’umanità alla quale viene a mancare il vino della Grazia (Gv2);
la «Donna» alla quale Dio non può rifiutare niente, perché Lei non Gli ha mai rifiutato niente, nemmeno Il Sacrificio del Suo Unico Figlio, che è Dio, diventando, come e molto più di Abramo, Madre di tutti i popoli.
Questa “invasione” mariana progredisce su due fronti che vanno a pari passi: il primo, teologico e dogmatico; il secondo, popolare e devozionale, però a livello ecclesiale universale.
Ora, sul primo fronte, vediamo il “germogliare” di dogmi mariani: il primo è il dogma dell’Immacolata (1854) confermato subito dal cielo, dalla Madonna stessa a Lourdes, 4 anni dopo: «Io sono l’Immacolata Concezione» (1858); poi il dogma dell’Assunzione in cielo in corpo e anima, nel 1950, da Papa Pio XII, con tutto quello che questi due dogmi contengono di fondamentale per l’uomo e per la Storia della Salvezza, che non è possibile sviluppare qui.
Dove è destinato a arrivare questo primo fronte?
La Madonna l’ha chiarito nelle apparizioni della «Regina di tutti i popoli» ad Amsterdam – apparizione approvata dal vescovo nel 2002 – dove si proclama Mediatrice di tutte le grazie celesti e «Corredentrice».
Per la tendenza odierna di sminuire, purtroppo, l’importanza e il livello del dibattito attorno a questo argomento, ci sentiamo in dovere di inserire qui questa premessa storico-ecclesiale che renderà più evidente ai fedeli l’importanza dell’apporto veronichiano sulla dottrina della mediazione mariana (ossia corredentrice e dispensatrice di tutte le grazie); dottrina che è stata sostenuta per secoli sin dai tempi antichi, nonché dalla voce autorevole del magistero pontificio, in modo speciale a partire da Leone XIII fino all’attuale magistero di Giovanni Paolo II.
La Lumen Gentium, prima di tutto, chiarisce che la funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo.
Papa Giovanni Paolo II sottolinea questo affermando la «necessità di un inserimento armonico della dimensione mariana nell’unica spiritualità cristiana, perché essa si radica nella volontà di Cristo».
Vediamo inoltre che il magistero pontificio del XX secolo si apre sulla scia della preziosa eredità mediazionistica lasciata da papa Leone XIII alla fine del secolo precedente: «Con tutta verità e proprietà, è lecito affermare che dell’immenso tesoro d’ogni grazia recatoci da Cristo, niente assolutamente viene a noi comunicato, così avendo stabilito Dio, se non per mezzo di Maria. E siccome a nessuno è dato di andare al Padre se non per mezzo del Figlio, così ordinariamente, nessuno può andare a Cristo se non per mezzo della sua Madre… Questo piano di tenera misericordia da Dio attuato in Maria e da Cristo ratificato con la sua ultima volontà, fu fin dall’inizio compreso con immensa gioia dai santi apostoli e dai primi fedeli; fu compreso e insegnato dai primi Padri della Chiesa; fu concordemente compreso in ogni tempo dal popolo cristiano…».
Il papa san Pio X afferma che «dalla comune unione dei dolori e di volontà tra Cristo e Maria, ella meritò di diventare degnissimamente la riparatrice del mondo perduto, e perciò è dispensatrice di tutte le grazie».
Il papa Pio XII scrive luminosamente che «Dio ha voluto associare indissolubilmente la beatissima Vergine Maria a Cristo nel compimento dell’umana redenzione, in guisa che la nostra salvezza può ben dirsi frutto della carità e dei dolori di Cristo e della carità e dei dolori della Madre sua, cosicché il popolo cristiano, da Cristo e da Maria ha ricevuto la vita divina».
Il Concilio Vaticano II nella costituzione dogmatica Lumen Gentium insegna anche che «questa unione della Madre col Figlio nell’opera della Redenzione si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla di lui morte… assunta in cielo, non ha deposto questa funzione di salvezza, ma… continua ad ottenerci le grazie della salute eterna».
Ecco perché papa Paolo VI ribadisce che «la conoscenza della vera dottrina cattolica su Maria costituirà sempre una chiave per l’esatta comprensione del mistero di Cristo e della Chiesa», concludendo in un suo discorso mariano che «non si può essere cristiani se non si è mariani».
Ecco, dunque, il punto d’arrivo! Maria non è una scelta in più, anche se importante, nella Chiesa. Maria è indispensabile nella redenzione storica e personale di ogni uomo. Maria è – non per virtù propria, ma per volontà di Dio, e nel suo disegno, e per la sua partecipazione totale, unica, irrepetibile e assoluta, non solo nel Giovedì e Nel Venerdì Santo, ma anche nel Sabato Santo conservando da sola la fede nella risurrezione – vera Corredentrice del mondo, di tutta l’umanità.
Questo ci sembra molto evidente nella simbologia della medaglia miracolosa, data da Maria stessa nella sua apparizione, nel 1830, a Parigi, a santa Caterina Labouré.
L’Immacolata, sulla prima faccia della medaglia, rappresenta il dogma di partenza, e il simbolo della «M» intrecciata in modo inseparabile con la Croce sulla seconda faccia rappresenta il dogma d’arrivo: la Corredenzione; un percorso che passa attraverso il Sacro Cuore di Gesù, e quello Immacolato e Addolorato di Maria, presenti tutti e due sulla Medaglia.
Infatti, la Madonna annunzierà a Fatima (1917): «La Santissima Trinità vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato».
E qui siamo già nell’ambito del secondo fronte, quello della devozione personale ed ecclesiale a Maria Santissima. Questi due fronti sono complementari tra loro. La devozione deve arrivare al suo culmine – secondo l’insegnamento mariano per eccellenza di san Luigi Maria Grignion di Montfort nel suo famoso Trattato della vera devozione – nella consacrazione personale e comunitaria totale alla Santissima Vergine Maria; un insegnamento che è frutto della maturazione sempre più approfondita dalla scuola francese di spiritualità, fondata sul mistero dell’Incarnazione; un affidamento e abbandono totale a Colei che più di tutti conosce Gesù, alla Maestra che ci può guidare nella via più sicura e diretta al suo Figlio Benedetto, e alla quale Gesù stesso si è affidato.
Questo insegnamento è stato ripreso, assimilato, approfondito, concretizzato e offerto a tutto il mondo da Papa Giovanni Paolo II, con il suo famoso Totus Tuus, e la consacrazione del mondo intero e del terzo millennio a Maria Santissima, invitando tutti ripetutamente a leggere «i segni dei tempi», e a comprendere questa Consacrazione, per venire incontro alla richiesta della Madonna, dicendo che «il messaggio di Fatima è più urgente oggi di allora… e impone sulla Chiesa una risposta».
Ricordiamo che alle prime parole dette a Fatima: «Molte anime vanno all’Inferno perché non c’è chi prega e fa sacrifici per loro» la Madonna aggiunge subito dopo: «Per impedire questo, la Santissima Trinità vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato».
A conferma di tutto ciò, vedremo, con una intensità sbalorditiva, che la figura e il ruolo di Maria è il punto più rilevante e sottolineato nell’esperienza di vita e negli scritti di Santa Veronica. Essa ha molto da direi in proposito. Perciò, ci è parso doveroso chiamarIa non solo «discepola di Maria», come troviamo nel Diario, ma anche «apostola di Maria». La sua devozione a Maria raggiunge le vette supreme di una mistica mariana davvero «dilatata» al massimo e talvolta unica. La vergine Veronica aveva inteso e vissuto un totale affidamento personale e comunitario profetico a Maria SS.ma. Va ricordato tra l’altro il fatto che il cammino mistico della santa culmina nell’esperienza dell ‘unione trasformante con il Cuore di Maria. Basta sfogliare il Diario per accorgerei subito del ruolo “dominante” di Maria SS.ma: troveremo che, per lei, Maria Santissima è indubbiamente e palesemente Mediatrice di tutte le grazie e Corredentrice; anzi questo le viene detto dal cielo esplicitamente.
Già da bambina, abbiamo visto come si rivolgeva familiarmente alla Madonna, quando voleva il Bambino Gesù, o voleva darGli da mangiare, ricevendo spesso quel che chiedeva; e come si è sentita dire tante volte non solo dalle labbra del Divino Sposo, ma anche di Maria Santissima: «Tu sei la mia prediletta».
E abbiamo anche visto, nel terzo e quarto capitolo, come questa relazione è andata sempre crescendo, specialmente dopo la stimmatizzazione, fin «quasi a sostituire Gesù», come scrive padre Làzaro Iriarte, che non è minimamente un sentimentale, ma uno studioso che pesa meticolosamente le sue espressioni, spiegando dopo che è «un sostituire» a favore di un «arrivare» più sicuro e facile a Gesù.
È la stessa logica del Montfort nel suo Trattato della vera devozione: «Gesù è venuto a noi tramite Maria, e vuole che andiamo a Lui dalla stessa strada».
In questi brevi scritti, non possiamo pretendere di sviluppare studi e analisi per trame conclusioni teologiche, ma desideriamo spingere a ciò, perché siamo sicuri che, nel suo Diario, vero «tesoro nascosto», si trova un materiale dottrinale sicuro, e può darsi unico, che sarà molto necessario per aiutare ad approfondire e confermare l’indispensabilità di Maria, ossia la dottrina della mediazione mariana così importante oggi; importante perché se Maria è la donna che deve schiacciare la testa del serpente antico, il principe delle “tenebre“, questo accadrà solo quando la luce di Maria splenderà totalmente.
La sua importanza acquista anche più evidenza nel fatto che grandi prelati della Chiesa, nonché santi e grandi teologi (non ultimo il cardo Urs von Baltasar) stanno spingendo a dare il giusto merito all’apporto che Dio sta donando alla Chiesa tramite la mistica, specialmente la mistica dei santi.
Ecco alcuni passi, tratti velocemente dal Diario, che divideremo attorno ai due argomenti:
- l) il ruolo dominante di Maria nella sua vita;
- 2) la mediazione mariana.
1. Ruolo dominante di Maria
Maria le dettava le parole da scrivere… Le dava la Comunione tutti i giorni nella prigione, finché durò la prova imposta dal S. Ufficio… La comunicava nei giorni in cui la comunità non faceva la Comunione…
Per mezzo di Maria, ella guariva le suore ammalate…
Per ispirazione di Maria, il giorno della Presentazione del 1708, solennemente si consacrò alla Madonna…
Il 28 ottobre 1711, presenti san Francesco e santa Chiara, la Madonna le donò un anello con sopra impresso il Nome di Maria e la chiamò figlia sua, carissima tra tutte le figlie.
Leggiamo nel Diario:
· «Se non fosse Lei, guai a me! Ogni bene ricevo da Lei... Se voi sapeste, padre, i modi di Maria SS.ma che ella tiene con l’anima mia, impazzireste di contento».
· «Se mi metto a lavorare, se vado a mensa, se vado a riposarmi, in tutte le mie opere, Ella mi è guida e maestra. Parmi di sentirla sempre appresso di me, che, come fedelissima Madre, m’insegni il modo di operare in tutto… Ella ricorda a quest’anima mia tutto ciò che deve fare, per fare in tutto la Volontà di Dio, tutto a gloria di Dio…»,
· «…Questo amore infinito mi pareva che rapisse il mio cuore al Cuore di Maria SS.ma, fonte e mare ove sta rinserrato un incendio di vero amore, e che l’anima stesse nuotando nell’amore divino, per mezzo del Cuore di Maria SS.ma… che facevami capire, per via di comunicazione, che Ella m’infondeva un non so che di quello che Ella partecipava, quando aveva il Verbo Divino nelle sue viscere. Oh! Carità grande di Maria!»,
· «L’anima è tutta ferma e fiduciosa in Dio e in Maria SS. ma».
· «Vi è stato l’unione dei tre cuori in uno solo, e l’unione di tre volere in un volere solo, nel volere di Dio…»,
· «…Trovandoti avanti a Dio, conoscendo la tua meschinità e da niente nel niente stesso, Dio comunicò il suo amore in te per mezzo del mio cuore e dell’anima mia…»,
· «Figlia mia, voglio che tu scriva le grazie che Dio ed io ti facemmo per la festa della mia Purificazione… Ricordati che la santa obbedienza ti mandò ai miei piedi; ed io ti diedi un caro abbraccio. In quel punto avesti nel cuore per via di comunicazione un saggio di amore, il quale comunicò nell’anima dell’anima mia il sentimento di purità angelica, e questo fu per mezzo della stessa mia purità. Il mio cuore e l’anima mia fecero sentire penetrantemente nel cuore del mio cuore il valore della mia purità. Figlia, fa conto di questa grazia, la quale è tanto gradita a Dio. L’anima semplice e pura è sempre mirata da Dio, graziata colle sue divine grazie e doni. Figlia, il divino sguardo di Dio santifica, vivifica le anime innocenti e pure» (febbraio 1726).
· «Madre Santissima, adesso e per sempre io dono a Voi tutto ciò che farò, acciò voi medesima l’offeriate al vostro Figlio, insieme con tutti i vostri meriti e Suoi. Mi sproprio per sempre. Fate Voi per me. Le mie preghiere non sono niente. Avvaloratele Voi… Operate per me, fate per me».
· «La vita penante del mio Figlio e la mia, servivano a te per imparare a vivere…» (5 aprile 1726).
· «Figlia mia, Dio ha cominciato l’opera sua in te, e io sono destinata da Dio per tua guida e regola».
· «Tutto imparo da Lei… perché le sue virtù erano i punti di meditazione ai quali pensavo di giorno e di notte».
· «Il demonio fa quanto può per levarmi da Maria».
· «Se il nemico infernale mi tentava… ricorrevo a Lei che mi difendeva,… mi nascondevo sotto il suo manto».
· «La stessa anima mia per te cooperò con un atto di ringraziamento a Dio, e Dio… confermò quest’anima eletta fra gli eletti. Si fece festa in paradiso di questa conferma fatta»(25 marzo 1727).
2. La mediazione mariana
Il 1° novembre 1702, Veronica riceve un velo miracoloso, che si conserva tuttora nel monastero di Città di Castello, mentre è invitata ad aggiungere al suo nome: Veronica di Gesù e di Maria, di “Gesù Crocifisso”, e di “Maria compaziente”… La vittima doveva provare le sofferenze del Redentore e i tormenti della Corredentrice…
Il passo che dà il tono generale e là dove Maria le pose due calici: Uno con il Sangue di Gesù, l’altro pieno delle lacrime di Maria – che la Santa offrì all’Eterno Padre ottenendone ogni sorta di grazie -, e la fece partecipe dei dolori provati ai piedi della Croce e delle spade che le avevano trapassato il Cuore.
Leggiamo attentamente:
· «Io sono mezzana fra Dio e le creature – disse la Vergine Maria a S. Veronica – e tutte le grazie passano per le mie mani».
· «In quel punto… fui dichiarata madre della misericordia e coadiutrice di tutto il mondo, per mezzo della Passione SS.ma che aveva dovuto patire esso mio Figlio, e io insieme… Io con il mio Figlio Santissimo patimmo quelle 24 ore di pene e tormenti che fu la Passione santissima! Io fui coadiutrice alla Redenzione umana…»,
· «Ti feci vedere distinto il tuo Serafico Padre (san Francesco), e tu lo pregasti che t’impetrasse qualche grazia, gli raccomandasti la tua Religione, le anime del purgatorio, i peccatori e molte altre cose. Esso allora, rivolto a me, ti disse: Corri, corri ivi, ove è il fonte di grazie, ti fece cenno verso il mio cuore…»,
· «In quel punto, vi è stato un nuovo dolore dei dolori di Maria, come appunto mi succede la notte… Vi è stata la rinnovazione della Crocifissione e, nel fine, si sono rinnovati i dolori di Maria… Maria SS.ma mi accennava verso il sigillo e comprendevo che ogni bene sta ivi ove sta esso, cioè che nel Cuore di Maria è il fonte d’ogni grazia…»,
· «Come Ella aveva partecipato nel suo verginale corpo a tutti i patimenti della Passione e morte del Figlio ed era stata coadiutrice della nostra redenzione, così allora fu a parte di tutto quel gaudio, di quell’amore infinito e di quel potere immenso».
· «Chiedi, chiedi: lo sono la Mediatrice» (1721).
· «Mi faceva cenno verso il suo Cuore passato da sette spade, e dicevami: Questo è il fonte delle grazie».
· «Chi vuole le grazie deve ricorrere al Cuore Addolorato di Maria».
· «Tutto potete, se volete, perché in voi e da voi escano le grazie, siete fonte di grazie, avete in mano tutte le grazie, e ci pare vedere, nel vostro cuore, i vostri dolori che, come sigillo, tutti dicono: Fonte di grazie. Dunque, il vostro cuore è fonte di tutte le grazie, e noi siamo tutte umiliate e prostrate davanti di esso…».
Ci preme sottolineare anche la protezione che Maria offriva alla santa riguardo alle eresie o deviazioni dalla verità. Tale aspetto, nuovo e inesplorato, ci pare di particolare attualità in un clima, quale il nostro, in cui proliferano come non mai correnti teologiche “progressiste”, e ci ricordano il pericolo che San Pio X considerava più subdolo che tutti i precedenti, ossia “un pensiero non cattolico dentro la Chiesa cattolica“. A ciò si aggiunge la sottile insidia che tende ad accantonare la figura della Vergine in nome di un presunto più facile incontro ecumenico. Non è il silenzio sulla verità che salva, ma è la Vergine Maria “Madre della Chiesa” che salva la verità dall’eresia.
E infine per quelli che temano di “esagerare” nella devozione mariana, risponde il Diario di Santa Veronica dove leggiamo che è stata una volta ripresa da Gesù per la sua poca devozione a Maria!