“Croce” tratto dal Diario di Santa Veronica Giuliani
Dio ha voluto salvarci per mezzo della croce. In essa scopriamo fino a che punto è arrivato il suo Amore. La sofferenza è un mistero: Dio non l’ha eliminata, ma, in Gesù, l’ha provata fino in fondo, trasformandola in un luogo di redenzione. Come per Veronica, anche per noi, la sofferenza può diventare l’esperienza in cui scopriamo l’infinito Amore di Dio e veniamo raggiunti dalla sua salvezza.
Oh! se potessi andare per tutto il mondo, e proclamare a tutti i viventi che tenessero conto di questo prezioso tesoro della croce! La quale è così cara, che non la posso levare dalla mia mente. Il giorno, lavoro con essa; la notte, riposo in essa; ma tanto non mi basta. (D I, 58)
Il Signore mi fece capire che ormai era tempo che io piantassi nel giardino del mio cuore una pianta così salutifera, che dalle sue radici produce frutti di tutto suo gusto; ma che non temessi di vederla con quelle spine, perché esse avrebbero portato più consolazione: perché fra spine, croce e patire, qui si devono cogliere i frutti e i fiori che danno gusto a Dio. Mi sentivo tutta disposta a compiere il volere del mio Signore. Così ho cominciato a dire: Mio Signore, il giardino è tuo, pianta pure questa croce e quel che può essere di tuo gusto e sentivo un contento così grande della volontà di Dio. (D VI, 137)
Mi parve di provare certe comunicazioni intime sopra l’amore immenso e la carità infinita di Dio. Mi faceva conoscere me stessa e i divini attributi e mi diceva: Io sono Gesù Crocefisso, quello che ha redento il mondo. Sono stato posto in croce, ho versato tutto il mio sangue, per redimere le persone vostre. (D II, 613)
Mi pare che il Signore mi abbia fatto capir bene ogni punto della sua ss.ma passione… come se mi avesse detto: Veronica, io sono quello che ho fatto tanto per la tua redenzione. Ti ho redenta col mio preziosissimo sangue; ho sollevato le tue afflizioni, con pene ed agonie di morte, come fu quella che, per il tuo riscatto, accettai in Croce e nel calice amaro della mia passione; ed ho sofferto tutto per amor tuo.
É vero: quello che ha fatto per tutti lo ha fatto per ciascuna creatura, in particolare. (D II, 1208)
(Veronica ad un suo confessore) Quando si pensa che Dio sia lontano, allora è più vicino. Il Signore si compiace di vedere i suoi servi nel puro patire, perché in questo si uniscono di più a Dio: e che altro cerchiamo? Lei più e più volte mi ha detto che non vi è cosa più cara che la sofferenza e fare la volontà di Dio; ma non vede che ora è tempo di approfittarsi e di godere, mentre lo fa partecipe della sofferenza? Oh, quanto è cara, sì, è cara, è cara! Con animo generoso desideriamo trarne vantaggio: non vi è cosa più cara in questa vita che il patire; non vi è cosa più preziosa che la croce; non vi è contento più grato né allegrezza più vera che fare la volontà di Dio, sommo Bene; non vi è spasso né sollievo più dilettevole che cercare il patire; non vi è riposo più soave che stare in croce con l’amato Bene. E in questo non bisogna che noi cerchiamo il sentimento e gusto del nostro spirito. (D VI, 152)
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